Mary Stuart, storia di una regina di Scozia / Parte 3

Parte 3 (1556)– L’assassionio di Davide Rizzio

Davide Rizzio (o Riccio) è un giovane piemontese di circa 28 anni, arrivato alla corte scozzese al seguito dell’ambasciatore di Savoia ed assunto da Mary Stuart con uno stipendio annuale di 65£ per la sua grandissima abilità nel canto, nella poesia e nella composizione di melodie. La sua brillante intelligenza, la sua vasta cultura artistica e la sua conoscenza delle lingue lo fanno rapidamente ascendere da semplice scrivano a segretario privato della regina. In poco tempo questo giovane musicista diventa il più fidato consigliere di Mary Stuart, custode del sigillo del regno e dei segreti di Stato, largamente ricompensato tanto da diventare in breve un gran signore. Non solo dipendente, ma anche amico: Davide si intrattiene fino a tarda notte nelle stanze della regina, mangia alla sua tavola, viene consultato prima di prendere qualsiasi decisione.

Ritratto di Davide Rizzio
Ritratto di Davide Rizzio

Presto si diffondono voci e mormorii, si dice che Rizzio sia una spia inviata dal Papa, che assieme alla regina stia progettando di sconfiggere la Riforma per far trionfare il cattolicesimo. Un gruppo di lord protestanti organizza un complotto per bloccare in tempo ogni piano del genere, ponendo a capo e protezione della congiura Darnley, il re. Marito contro moglie, re contro regina.

Accecato dalla rabbia e dall’invidia e convinto che Rizzio sia l’amante della moglie, Darnley si lascia facilmente manipolare dai lord e si mette alla testa del complotto. Che Rizzio sia stato o meno l’amante della regina, non è tutt’oggi provato: l’errore di Mary, com’era successo con Chastelard, è stato probabilmente quello di essere troppo disinvolta, di ignorare i pettegolezzi, di dare troppo spazio e troppa confidenza al suo servitore, di essere se stessa in ogni occasione anziché recitare la parte ufficiale, seria e distaccata, della regina. Si colpisce Rizzo per colpire in realtà Mary e la sua sovranità: prima del misfatto, tra i lord e Darnley vengono redatti due contratti in cui essi si impegano insieme a strappare il potere dalle mani di Mary. Darnley promette di lasciare in ogni caso impuniti i congiurati, di difenderli e proteggerli personalmente, di richiamare in patria, non appena entrato in possesso del potere regale, tutti i lord messi al bando e di difendere la chiesa protestante. Da parte loro, i lord congiurati promettono di concedere a Darnley la matrimonial crown e in caso di morte precoce della regina, di concedergli il diritto al trono. Per rincarare ulteriormente la dose, Darnley esige che l’assassinio di Rizzio avvenga in presenza della regina: l’invidia che si trasforma in brutale crudeltà.

Mary, Queen of Scots and David Rizzio  (1870)
Mary, Queen of Scots and David Rizzio (1870)

Mentre tutti sono informati del piano “segreto” – Elisabetta ne è a conoscenza da settimane, Moray è già pronto al confine, John Knox ha preparato un sermone per lodare l’assassinio e lo stesso Rizzio ha ricevuto un avvertimento anonimo ma non gli ha dato molto peso – solo Mary Stuart è assolutamente ignara. È la sera del 9 marzo 1556. Come al solito la regina si è fatta servire la cena nelle sue stanze ed è in compagnia di Davide Rizzio ed altri nobili. Si chiacchiera, si recitano poesie, forse più tardi si farà anche un po’ di musica. Improvvisamente si apre la tenda che porta alla camera da letto ed entra Darnley, che prende posto, disinvolto, accanto alla moglie. Poco dopo la tenda si apre una seconda volta rivelando lord Patrick Ruthven, uno dei congiurati, armato di tutto punto, con la spada sguainata in mano, che chiede la consegna di Rizzio. Mentre il re rimane impassibile, Mary, resasi conto del pericolo, rifiuta ed intima a Ruthven di lasciare immediatamente i suoi appartamenti. Rizzio, che inizia a temere per la sua vita, si nasconde dietro il vestito della regina, implorando pietà. Ma è troppo tardi, il piano è già in atto ed in un attimo nella piccola camera scoppia il finimondo: gli altri congiurati entrano nella stanza, gli ospiti della regina fuggono, Rizzio viene afferrato e trascinato via con un cappio legato attorno al capo. Qualcuno punta una pistola verso la pancia di Mary, incinta di 6 mesi, e alla povera regina, tenuta ferma dal suo stesso marito, non resta che assistere impotente alla scena, ascoltando le urla del suo fidato consigliere, che chiede aiuto, grida e si contorce, che viene pugnalato selvaggiamente 57 volte ed infine gettato dalla finestra giù nel cortile, ridotto ad una massa sanguinolenta. Quando è ormai troppo tardi, Bothwell ed Huntly, fedeli sostenitori della regina, si precipitano sul luogo del delitto attirati dalle urla e dal rumore. Ma Holyrood è circondata da uomini armati assoldati dai congiurati ed ai due non resta che saltare dalla finestra per andare in cerca di soccorsi. È Darnley infine ad accogliere gli uomini venuti in aiuto alla loro regina, che tranquillizza ipocritamente dicendo che non è successo niente, che si è eliminata una spia all’interno del palazzo. Mary Stuart invece è rinchiusa nelle sue stanze, sotto stretta sorveglianza, come una prigioniera, dopo aver tentato inutilmente di salvare il suo fedele segretario dalla furia degli assassini. La sua unica arma in quel momento sono state le parole di odio e disprezzo urlate rabbiosamente al marito, che scioccamente si convince, quando la regina viene portata via esausta ed ammutolita, di averla finalmente domata. Mai convinzione fu più errata. Questa notte, che trasformerà il carattere di Mary per sempre, Darnley ha firmato la sua condanna a morte. D’ora in poi la giovane Stuart avrà un solo pensiero in mente: la vendetta.

The murder of rizzio by William Allen
The murder of rizzio by William Allen

(Piccola parentesi: se fosse vero che Rizzio era l’amante della regina e che, come qualcuno suppone, l’unico figlio di Maria Stuarda nato pochi mesi dopo la morte di Davide fosse in realtà figlio del segretario musicista, significherebbe che c’è stato, e c’è tutt’ora, un po’ di sangue italiano – o perlomeno piemontese – nei regnanti scozzesi e successivamente inglesi! Il sospetto della relazione tra la regina e Davide Rizzio era diffuso all’epoca, e lo fu anche negli anni a venire tra molti sovrani europei, tanto che qualcuno di cui non ricordo il nome apostrofò Giacomo dicendo che poteva realmente pretendere di essere il moderno Salomone, poiché era figlio di Davide).

The Murder of Rizzio, March 9, 1566  (John Opie)
The Murder of Rizzio, March 9, 1566 (John Opie)

Mentre Mary Stuart è rinchiusa nelle sue stanze, prigioniera senza alcun contatto con il mondo esterno, il suo unico pensiero è quello di vendicarsi e riprendere in mano il suo potere. La prima cosa da fare è riuscire ad evadere dalla sua prigionia e a comunicare con chi le è rimasto fedele. Con uno stratagemma perfetto ed astuto finge, a causa del trauma subito con l’assassinio di Rizzio, di essere colta precocemente dalle doglie in modo da avere l’assistenza del medico e delle sue cameriere: attraverso le sue fidate domestiche riesce a mandare un messaggio a Bothwell e Huntly per progettare la sua fuga. Presto ecco comparire, preoccupato per la salute della moglie – e dell’erede al trono – il marito traditore. Non sappiamo cosa sia successo in quella stanza, non sappiamo cosa si siano detti durante quella notte, che la regina ha pregato di passare con lei. Dopo nemmeno 24 ore dal delitto Mary è riuscita, con la sua astuzia sottile e raffinata, a manipolare l’ingenuo e debole Darnley e a farlo passare dalla sua parte: egli rivela tutti i nomi dei congiurati e si mostra disposto ad aiutarla nella fuga. Diventa traditore dei traditori e si rivela per la marionetta che realmente è. In brevissimo tempo, e senza molta fatica, Mary Stuart ha già ripreso in mano la situazione ed ha indossato nuovamente – e segretamente – la corona.

Nel frattempo Moray e gli altri lord in esilio entrano ad Edimburgo. Il fratellastro, che brama sempre più di avere il potere regale, propone un compromesso: che la regina perdoni gli assassini e che le venga così restituita la sovranità illimitata, togliendo gli uomini che la sorvegliano giorno e notte. Mary si finge d’accordo e promette di firmare il prima possibile il contratto scritto che i lord esigono di ottenere. Non c’è più tempo, adesso che le sentinelle fuori dalle sue stanze sono state tolte è ora di mettere in atto il piano progettato per settimane. Darnley, complice redento ed ora fedele, invita i congiurati ad una cena nella quale il vino scorre a fiumi, per festeggiare l’ottima riuscita del complotto. Quando tutti dormono profondamente, la regina fugge dalla sua stanza a silenziosamente, attraverso un passaggio sotterraneo, arriva fino al cimitero adiacente al palazzo dove la attendono il marito, Bothwell e gli altri sostenitori. Senza un attimo di esitazione Mary, al quinto mese di gravidanza, salta in sella dietro ad Arthur Erskine, il fedele capitano della guardia del corpo, e accompagnati da 200 cavalieri cavalcano per 30 miglia fino al castello di Dunbar. Finalmente libera dalla sua prigionia, la regina si mette subito all’opera, scrivendo lettere in ogni direzione per richiamare i nobili rimasti fedeli e per radunare un esercito contro i ribelli che occupano Holyrood. Questi ultimi, non appena resisi conto della fuga della coppia reale, abbandonano in fretta il paese e con loro sparisce anche John Knox, che troppo presto dal suo pulpito aveva lodato l’assassinio di Rizzio. Mary Stuart e Darnley possono ora tornare trionfanti ad Edimburgo.

Ritratto di James Stuart Conte Moray (fratellastro di Mary) ad opera di Hans Eworth
Ritratto di James Stuart Conte Moray (fratellastro di Mary) ad opera di Hans Eworth

Poco prima del parto Mary, come in una sorta di presagio degli oscuri anni a venire, stila un testamento in caso di una prematura morte durante il parto e si trasferisce da Holyrood al più sicuro castello di Edimburgo: quello che conta per lei ora è far nascere in tutta sicurezza suo figlio, il futuro re di Scozia ed Inghilterra. La mattina del 19 giugno 1566 i cannoni della fortezza diffondono la lieta notizia nella città: è nato un maschio, Giacomo Stuart, erede al trono scozzese. Il parto, avvenuto in una piccola e stretta stanzetta nel castello, è stato lungo e difficile e per proteggere sé stessa ed il bambino la regina si era fatta portare dall’abazia di Dunfermline una sacra reliquia, il teschio di St.Margaret, una regina scozzese cattolica proprio come lei stessa. Per prima cosa, per legittimare il potere del figlio contro i pettegolezzi di un rapporto adulterino con Rizzio, Mary convoca Darnley nella sua stanza e gli mostra il bambino dicendo:

Dio ha dato a me e a te un figlio, che non è stato concepito da altri se non da te. Testimonio di fronte a Dio, come se fosse il giorno del giudizio universale, che è tuo figlio e di nessun altro; desidero che tutte le donne e tutti gli uomini qui presenti siano testimoni che egli è talmente tuo figlio che io ho quasi paura che la sua sorte non sarà tra le più felici” (S.Zweig, Maria Stuarda, pag 142)

È un solenne giuramento che esprime anche la sua sfiducia nei confronti del marito, per non fargli dimenticare tanto facilmente quanto l’abbia delusa e ferita.

Mary ed il figlio James, ritratti da un artista sconosciuto.
Mary ed il figlio James, ritratti da un artista sconosciuto.

(Altra piccola parentesi: dopo la sua nascita ed anche successivamente si è dato molto credito alla voce che Giacomo non sarebbe stato in realtà il figlio di Mary, ma che il vero bambino sia nato morto oppure sia stato ucciso e sostituito con un altro neonato, nella fattispecie con quello della Contessa di Mar, che aveva partorito nello stesso periodo. A favore di quest’ipotesi c’è la somiglianza fisica tra Giacomo ed il Conte di Mar ed il fatto che fu proprio la coppia di conti ad allevare il futuro erede, sottraendolo con ogni pretesto alle richieste della regina. La causa dello scambio può essere soltanto una, e cioè che quel figlio fu ucciso, se non nato già morto, perché frutto di una relazione adulterina della regina con Davide Rizzio. Tutto combacerebbe con il ritrovamento, nel 1830 durante dei lavori al castello di Edimburgo, dello scheletro di un neonato nascosto dietro ad un muro, avvolto in una coperta con ricamata la lettera J di James, ovvero Giacomo. Studi più approfonditi hanno datato il piccolo scheletro proprio all’epoca del parto di Mary Stuart. Creepy!!).

Per Mary, Darnley non esiste più, non c’è più amore, non c’è più affetto e lo dimostra il suo continuo sfuggirgli e negarglisi, passando molto tempo lontana da casa – e dal figlio- vagando di castello in castello, in cerca di svago e divertimento come ogni normale ventitreenne farebbe. L’unica persona su cui la regina può contare ora che Rizzio non c’è più, è James Hepburn Conte di Bothwell: uomo forte, fedele fino alla fine alla madre di Mary, Maria di Guisa, ed alla causa degli Stuart cattolici e proprio per questo espulso dal Paese. Rientrato durante la ribellione di Moray per difendere la sua regina, Bothwell è un valoroso uomo d’armi, energico, virile, astuto, colto, violento ma leale e riesce a farsi spazio poco a poco nelle attenzioni di Mary Stuart, che lo nomina comandante della Marca del Nord, luogotenente di Scozia e comandante supremo dell’esercito in caso di guerra o ribellione e, oltre a donargli tutti i bene sequestrati ai ribelli, gli trova anche una giovane moglie di ricca famiglia. Ben presto Bothwell ha preso il posto di Davide Rizzio come più fidato consigliere della regina, temuto ed invidiato da tutti. Darnley, il marito traditore, è invece sempre più messo da parte ed ignorato, trattato come un estraneo nella sua stessa casa, nel suo stesso Paese. È una perenne lotta tra Mary e il marito, fatta di sfide reciproche, di piccoli gesti mirati a colpire l’altro, il suo onere, la sua reputazione. Al battesimo del figlio Giacomo, celebrato il 16 dicembre 1566 nel castello di Stirling, Darnley non partecipa, rimanendo chiuso nelle sue stanze non solo per la cerimonia ma anche durante i festeggiamenti. Al suo posto, a fare gli onori di casa, è Bothwell. Maria non può tollerare questo comportamento infantile che alimenta i pettegolezzi e, come perfida punizione, decide di graziare inaspettatamente gli assassini di Rizzio messi al bando, i peggiori nemici (ex amici) del marito. Ora per Darnley è davvero troppo. Comprendendo il pericolo che corre, fugge rapidamente dal castello e si rifugia dal padre a Glasgow.

Ritratto di Mary di un artista sconosciuto, circa 1565
Ritratto di Mary di un artista sconosciuto, circa 1565

(Fonte: Maria Stuarda, Stefan Zweig)

Parte 1: L’infanzia e l’adolescenza in Francia
Parte 2: Il ritorno in Scozia ed il secondo matrimonio
Parte 3: L’assassinio di Davide Rizzio
Parte 4: L’omicidio di Darnley
Parte 5: Il terzo matrimonio e la prigionia a Loch Leven
Parte 6: La prigionia inglese
Parte 7: Verso la fine

13 pensieri riguardo “Mary Stuart, storia di una regina di Scozia / Parte 3

  1. L’assassinio di Rizzio è ricordato in opere teatrali e cinematografiche. Della sua attività di musicista non si sa molto, ma secondo alcuni Rizzio sarebbe l’autore di Auld Lang Syne .

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